Sfollato ad Asti, in Piemonte, nella dimora dei nonni, Fabrizio De André iniziò sin da giovanissimo a cullare il sogno di una casa in campagna tutta per sé. Fu un’amica, nel 1975, a vendergli L’Agnata, una proprietà sotto i monti del Limbara, a Tempio Pausania: centocinquanta ettari di boschi, pascoli e coltivazioni, compreso un vecchio casale di pastori dove dedicarsi alla vita contadina. Uno stazzo semi abbandonato che Fabrizio, assieme alla compagna Dori Ghezzi, ristrutturò in stile gallurese e che dal 1979, tra una tournée e l’altra, diventò la residenza ufficiale della coppia. Oggi, la dimora è un piccolo e raffinato boutique hotel composto da due strutture architettoniche distinte. Quella nuova, con le otto camere vista piscina, e quella antica, situata nella casa padronale, con due camere, il ristorante con vista sul magnifico giardino e la biblioteca-soggiorno col camino. È nel silenzio di queste stanze che De André compose gran parte delle sue poesie e canzoni ispirato dalla meraviglia del luogo. Ed è proprio nella cucina privata de L’Agnata, al piano terra, che la notte del 27 agosto 1979, la coppia venne sequestrata (e rimase nelle mani dei banditi per quattro mesi). A distanza di quaranta anni, L’Agnata ancora oggi emana un fascino sottile in ogni suo ambiente, a cominciare dalla stradina sterrata che, stretta tra boschi di sughere e uliveti, porta all’entrata della residenza, passando per il lago, una riserva d’acqua voluta dal cantautore tra distese di lecci, ontani e ciclamini.
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