La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Disturbo della memoria

I primi sintomi furono avvertiti nell’agosto del 2013. La notizia che a rappresentare il governo in occasione della visita a Cagliari della ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge scatenò una tale quantità di commenti razzisti sui social che la decisione fu revocata. L’ultimo è del 7 giugno 2016: ad Aglientu, in Gallura, una struttura destinata a diventare un centro d’accoglienza per i migranti è stata data alle fiamme da sconosciuti. Cose del genere capitano un po’ ovunque in Italia.

Non si tratta, purtroppo, di eventi straordinari. Ed è proprio questa uniformità di comportamenti che sorprende. La Sardegna, infatti, dovrebbe essere dotata di una buona dose di difese contro le tentazioni xenofobe. È stata una terra di emigrazione – si stima che a cavallo con gli anni del boom in 400mila abbiano lasciato la Sardegna – e i Sardi sono stati, anche in tempi relativamente recenti, vittime del pregiudizio. Ancora all’inizio degli anni Novanta era possibile leggere sui muri della Toscana, scritte come “Sardi, tornate nel Sardistan”.