La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

La parola Tiscali e il raggio di luna

Per raccontare questa nuova storia, devo risalire a circa vent’anni fa quando, da cittadina londinese, usufruivo del servizio del neo “Internet provider” britannico, l’allora Tiscali.co.uk, che era come “tiscà-li”; quasi come se declinassimo il presente del verbo scalare nella forma riflessiva, “io mi scalo, tu ti scali…”. 

Capitava spesso che, chiamando il supporto tecnico del servizio telefonico, dall’altra parte del telefono parlasse una voce inglese con un accento sud-asiatico, tra l’indiano e il pakistano. Questo aveva provocato il radicarsi di una solida convinzione, nell’immaginario comune dei madrelingua britannici (compresi i miei colleghi e amici inglesi), che Tiscali fosse una parola hindi. Spesso – benché “tiscali” non significhi niente in indiano – veniva accostata a una parola – “pyjama” – comunemente creduta di derivazione indiana.

Due errori etimologici con un retrogusto di presunzione nazionalista, che tuttavia non passavano inosservati alla mia focosa sardità e orgoglio idiomatico. Vero è che, per quanto riguarda il pigiama e relativo lemma, l’utilizzo si diffonde a livello globale proprio grazie agli inglesi, a seguito della loro presenza nell’Asia sud-orientale dal diciottesimo secolo, ma è indubbio che il termine sia farsi (persiano), una lingua ritenuta dagli esperti coeva del sardo, entrambe derivate dalla lingua accadica.

Quanto a Tiscali, nonostante quel suo suono così “orientale”, certamente ci troviamo davanti a un toponimo di derivazione sarda. Come lo è la società italiana di telecomunicazioni, cui dobbiamo l’esportazione del made in Sardinia dei servizi di comunicazione digitale, che porta il nome della montagna calcarea che domina la valle di Lanaitho, il Monte Tiscali, noto ai sardi – ma mica tanto noto prima che nel 1998 diventasse un marchio – perché su una delle sue cime c’è un’enorme dolina carsica dentro la quale si trovano i resti di un insediamento nuragico.
Questo luogo si chiama Sa Curtigia de Tiscali, l’ampia grotta “a cielo aperto” che ha ospitato e protetto piccole comunità sarde non urbanizzate ma ben organizzate (civitates Barbariae) per oltre un millennio e mezzo, forse dall’Età prenuragica.

In questa breve passeggiata geografica, scopriamo poi una Tiscali di scala più ridotta: “Sa conca e’ sos troccos”, la Voragine di Tiscali. Questa è la “vera” grotta dentro il Monte Tiscali, costituita da spettacolari gallerie e ampi saloni, accessibile attraverso due ingressi: quello basso, formato da un enorme portale che prosegue con un cunicolo allargato artificialmente per permettere l’accesso anche ai non speleologi nel Trocos di Corojos (uno stretto canyon carsico che sbocca nella valle di Lanaitho). Quello superiore è in cima al monte; con il suo salto nel vuoto di circa 100 metri è percorribile solo dalla luce solare e da speleologi molto esperti. Si tratta di un piccolo buco nella volta di una straordinaria chamber (salone) della Voragine, dove soprattutto d’estate la Natura perpetua una magia: quando il Sole raggiunge una certa elevazione sull’orizzonte, nel buco entra un suo raggio, un fascio potente come quello di un faro nella notte capace di illuminare a giorno l’intero salone. È uno spettacolo di breve durata che toglie il fiato a chiunque, un’emozione universale con precise coordinate geografiche.

Una leggenda, o forse una storia vera, racconta di un vecchio pastore locale che, con la speranza di recuperare una capra che era cascata dal buco superiore, entrò nella Voragine dal cunicolo basso, in una notte di mezza estate di luna piena. Disse di aver visto un raggio argenteo illuminare la grotta: la luce della Luna. Non è impossibile che ciò accada, ma a rara condizione che: la Luna sia piena nelle ore notturne, sia alta nel cielo, sia al perigeo (cioè alla minima distanza dalla Terra, in modalità Super Moon), e il cielo sia sereno.

Il luogo che voglio condividere è, dunque, il mio calendario fino al 2050, dove ho segnato delle date – mediamente una all’anno – in cui cerco di presentarmi davanti alla porta della Voragine alla ricerca del vero segreto della caleidoscopica Tiscali.

Daniela Pani

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