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Il vino “cooperativo”, passione americana

Qualche settimana fa i quotidiani locali riportavano la notizia per cui un noto vino sardo è stato annoverato tra i migliori del mondo dalla prestigiosa rivista americana Wine spectator. La notizia è subito rimbalzata sui social scatenando commenti positivi, ma anche frasi ironiche, ilarità e riferimenti alla scarsa professionalità della critica. Perché? Perché il vino è un bianco prodotto da una cantina sociale, un prodotto “quotidiano” che esiste da decenni e siamo abituati a trovarlo da sempre a prezzi molto convenienti nella grande distribuzione. Gli americani lo chiamerebbero Smart wine. Difficilmente chi ha ironizzato sul premio si è informato sulla politica della rivista americana riguardo il riconoscimento ottenuto grazie alla somma di valori: qualità del vino, rapporto qualità-prezzo, numero di bottiglie prodotte e distribuite nel mercato globale. In realtà, ho paura che il problema riguardi proprio la cantina produttrice, in quanto cantina sociale…

di Giuseppe Carrus

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