La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Attilio Deffenu, profeta dimenticato

In tutta la Sardegna ci sono vie e piazze importanti dedicate ad Attilio Deffenu, ma sono assai pochi i sardi che sanno chi realmente fu. Nelle targhe si legge talvolta l’indicazione degli anni in cui visse (1890-1918), e talaltra la precisazione del luogo di nascita (Nuoro) e del luogo dove incontrò, non ancora trentenne, la morte (Croce di Fossalta). Ma niente più. Nella sua casa natale, a Nuoro, una lapide lo ricorda come “cavaliere d’ogni giusta libertà”, oltre che come “soldato d’ogni santa battaglia”. Un po’ poco, in verità.

Eppure della figura di Deffenu si impadronì immediatamente il neonato fascismo che lo inserì fra i suoi eroi: nel 1915, da socialista e da sindacalista rivoluzionario, era stato un deciso interventista, come Mussolini. Era partito per la Grande Guerra come volontario, nonostante una cardiopatia invalidante, ed era caduto la mattina del 16 giugno 1918 sul Piave, in un assalto all’arma bianca contro i “crucchi” austro-ungarici, alla testa del suo plotone del 152° reggimento della Brigata Sassari.
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