La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Catturato dalla luce

Quest’anno avrebbe festeggiato una ricorrenza speciale: i sessanta anni dello “Studio 58”, cenacolo di artisti ribelli la cui nascita segnò un momento fondamentale della storia dell’arte contemporanea sarda. Primo Pantoli, pittore, scultore, incisore nato a Cesena nel 1932, era sbarcato nell’Isola nell’inverno del 1957, quando aveva compiuto da poco 25 anni, e l’ambiente dei pittori sardi era ancora saldamente legato alla rappresentazione del mondo agro-pastorale da parte di maestri indiscussi quali Carmelo Floris, Cesare Cabras, Giuseppe Biasi e Mario Delitala. Non che tra i giovani artisti mancasse la voglia di aprirsi alle suggestioni delle proposte avanguardistiche già in atto nel resto d’Italia (il tratto espressionista del pittore iglesiente Foiso Fois alla fine degli anni Quaranta aveva già dato le prime scosse), ma ancora in Sardegna non era arrivata la scintilla. «I pochi circoli e gallerie d’arte allora esistenti – sottolinea la critica d’arte Roberta Vanali – non erano certo intenzionati ad aprirsi alle importanti correnti d’avanguardia internazionali». Primo Pantoli fu quella scintilla: «Una figura di fondamentale importanza nel panorama regionale. La linfa dei grandi maestri del Novecento, il suo allineamento alle correnti artistiche contemporanee extra isolane, accese gli entusiasmi e mise finalmente in relazione gli artisti sardi a quelli del resto del Paese».

 

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