Emigrare per costruirsi un futuro, perché la propria terra non offre sufficienti opportunità. Emigrare per conoscere, per uscire da una percezione di isolamento. Emigrare per mettersi alla prova, per sentire l’ebbrezza dell’esplorazione di nuove frontiere. Si emigra fintanto che si è capaci di sperare e di proiettarsi in avanti. L’emigrazione è un fenomeno antico quanto l’uomo, è una capacità connaturata nelle caratteristiche della nostra specie. È stata però anche dolore, tristezza, rabbia e nostalgia. Di certo una fase della vita: si parte per cercare qualcosa, ma con l’idea di ritornare, più forti, più autonomi, più esperti. Si guarda con affetto chi è rimasto, lo si vorrebbe aiutare, forti di una osservazione della realtà che solo la distanza consente. Tra il 2017 e il 2018, in qualità di ideatore e soggetto attuatore di un progetto regionale a cui ho dato il nome di Sardinia Everywhere, ho speso molto tempo a incontrare giovani emigrati sardi. In Europa ed oltre: Londra, Parigi, Berlino e poi Milano, Sofia e Mosca…
di Andrea Vallebona