La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Il figlio del mare

“Lena” me la regalò zio Gianfranco, fratello di mia madre, comandante di una nave della Marina militare. Era una pilotina di sette metri con ordinate in legno di pitch-pine e fasciame in compensato, poppa quadra e prua tozza da rimorchiatore. La cabina di protezione sulla timoneria era aperta sul lato poppiero con grandi vetri quadrati verso prua che la facevano somigliare più a un’automobile che a una barca. Al posto della ruota del timone, infatti, era installato un volante con comandi a doppia leva. Il motore, un Ruggerini monocilindrico da 8 cavalli diesel, era raffreddato direttamente dall’acqua salata, cosa che non lo rendeva affidabilissimo.

L’articolo completo firmato da Gaetano Mura sul numero in edicola 

 

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