di Marzia Piga – Vino, formaggio, pane carasau. E poi sughero, granito, metalli e sostanze chimiche: le produzioni made in Sardinia, soprattutto quelle di eccellenza e di nicchia, sono sempre più conosciute fuori dai confini dell’Isola e sempre più richieste in mercati anche lontanissimi. Ma la strada per arrivare sulle tavole di un ristorante giapponese, sugli scaffali di un supermercato newyorchese o nelle camere di un hotel di lusso a Dubai è lunga e molto complicata per i prodotti delle imprese sarde, per la maggior parte medie e piccole. La situazione economica è di nuovo instabile, i mercati si aprono e si chiudono, ma soprattutto crolla la domanda interna e non basta per mantenere uno standard di business in grado di far sopravvivere un’azienda. La parola d’ordine è dunque esportare, allargare i canali di vendita. Ma le imprese isolane sono in grado di reggere il confronto sui mercati internazionali con la concorrenza di produzioni di tutto il mondo?… (continua)