La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Sardegna portatile, un posto magico

L’ultima volta, su questa rubrica, ho raccontato che io, siccome ho studiato russo, penso che sarebbe bello fare un libro composto da racconti semplicissimi che raccontano le cose che sono successe agli stranieri posseduti dalla letteratura e dalla cultura russi, e i giri, e le avventure, e le guerre che hanno visto, e vissuto, e percorso in virtù di questa possessione, e, non ho studiato il sardo, però siccome un po’ son stato in Sardegna, penso che sarebbe bello fare un libro che racconti le cose che sono successe ai non isolani posseduti dalla letteratura, e dalla cultura, e dalla gastronomia, e dalla geografia sarda, e i giri, e le avventure, e le guerre, che hanno visto, e vissuto, e percorso in virtù di questa possessione. Adesso io il libro sulla Russia ho cominciato a farlo, si chiama La grande Russia portatile, uscirà in agosto, e è un libro che parla dei miei trent’anni di commerci con la Russia, e con la sua lingua, ho cominciata a studiarla nel 1988, e mi sembra, adesso io non so come verrà, ma mi sembra in astratto un libro sensato per una serie di motivi, tra i quali il fatto che su dei filobus di Leningrado io ho cullato la mia solitudine con una tenerezza alla quale solo in Russia, ho avuto accesso, e per via che gli incubi che ho fatto in Russia son stati più incubi che in qualsiasi altra parte del mondo in cui io abbia dormito, e per via che il bere, in Russia, per me è stato più bere di quel che è bere in Italia, così come una biblioteca, in Russia, come la biblioteca Lenin di Mosca, o la Biblioteca Pubblica di Pietroburgo, son state per me più biblioteche, delle biblioteche italiane.

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