La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Il vincente cammina, non corre…

Ho sempre amato le stoffe. Nei miei ricordi di bambina c’è il canto del telaio all’opera, l’immagine di donne dallo sguardo attento chine su di esso, intente a costruire. Intorno a loro luce che cade, che illumina, che unisce come i fili della trama che cresce tra le dita delle tessitrice. I fili sono anche quelli della vita che ognuno di noi crea e intreccia. Così ciò che all’origine era solo di uno, poi appartiene a tutti. I fili sostengono i sogni: impalcature impalpabili, diventano le cuciture dell’esistenza, si librano dalle pagine di stoffa che il genio straordinario di Maria Lai, nata a Ulassai durante il primo ventennio del secolo scorso, ha realizzato. E vanno per il mondo a incantare chi sa emozionarsi davanti alle sue opere. Quella di Maria Lai è arte sublime di stoffe, fili e parole, penetra nei cuori li eleva e li nutre. In tempi rapidi come quelli che viviamo oggi, dove la gente ha smesso di camminare e riesce soltanto a correre, l’espressione dell’anima e il suo linguaggio, i sussurri che il vento racconta, le sfumature del cielo, passano inosservate, ma come accade durante questi periodi di aridità emotiva, in qualcuno nasce l’esigenza di approfondire…

di Cristina Caboni

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