La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

I frammenti amorosi del giovane Satta

Bobore, Boboreddu, Maridu, Maridu tristis, Marideddu: a utilizzare queste insolite locuzioni in limba sarda è Salvatore Satta in coda alle numerose missive indirizzate a Laura Boschian, sua adorata moglie e compagna di una vita. Decine e decine di lettere, cartoline, appunti quotidiani, scritti tra il 1938 e il 1971, in cui l’autore de Il giorno del giudizio, a 34 anni già ordinario di Diritto Procedura civile all’Università di Padova, si rivolgeva alla moglie, all’epoca assistente di Letteratura russa nello stesso ateneo, scambiando con lei un fiume di pensieri, dubbi, malinconie quotidiane. Un carteggio intimo e delicato, rimasto a lungo inedito, che il figlio Luigi Satta, 74enne professore di fisica, ha deciso nel dicembre dello scorso anno di dare alle stampe affidandolo alla cura di Angela Guiso, critica e docente nuorese, e che è stato pubblicato da Ilisso col titolo Mia indissolubile compagna. «Provo ancora un certo pudore a leggere alcune di quelle lettere – confessa Luigi Satta mentre ci accoglie nella sua casa ai Parioli, la stessa dove vissero i suoi genitori -, ma ho a lungo desiderato che quegli scritti venissero pubblicati e letti soprattutto da chi ha sempre ritenuto mio padre un uomo severo, burbero, ombroso. Questo carteggio dimostra come, al contrario, fosse capace di un’ironia e di una dolcezza inesauribili». Gli oltre centoventi scritti (lettere, cartoline, appunti su fogli volanti), non svelano soltanto le tenerezze di un uomo profondamente innamorato, ma fanno luce sul sincero attaccamento di Satta a Nuoro e alla Sardegna intera, mettendo la parola fine a quei pregiudizi che lo hanno a lungo descritto come insofferente al ricordo della sua città e dei suoi abitanti.

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