La Sardegna di oggi per la Memoria di domani

Il rosato di Sardegna, essenza mediterranea

Qasi un Continente, recitava uno slogan di qualche anno fa riguardo la nostra Isola. Difficile dire se sia proprio così. Sicuramente, se la si osserva da un punto di vista paesaggistico e vitivinicolo, qualche considerazione in merito va fatta. È incredibile come la Sardegna, più di tante altre regioni, sia capace di offrire territori del vino tra i più diversi: si va dalle zone a due passi dal mare, ai vigneti montani della Barbagia (alcuni arrivano a 750 metri d’altezza), dalle colline sparse un po’ su tutto il comprensorio del sud, agli altopiani che possono godere sia di forti escursioni termiche, sia delle correnti marine. La varietà dei terreni non è da meno se consideriamo sabbie, disfacimento granitico, calcare, argilla e terreno vulcanico in alcune microzone. Quando si produce vino di qualità, la prima cosa che dovrebbe emergere è proprio questa differenziazione territoriale che, unita ai vari vitigni utilizzati (siano essi autoctoni o internazionali), deve dare origine a prodotti che siano veri ambasciatori di precise zone viticole.

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