Che belli i centri commerciali. Tutti i prodotti che vogliamo in un unico posto, organizzati, selezionati…e importati.
Poi la crisi, i soldi smettono di girare nel nostro territorio, tutte le piccole medie imprese chiudono, tutti a casa.
Da una parte i centri ci portano vantaggi come consumatori, dall’altra subiamo svantaggi da cittadini: il territorio si impoverisce e diminuiscono le persone che hanno la possibilità di comprare. A parità di produzione la piccola media impresa deve investire maggiori capitali per le risorse umane rispetto ad una grande impresa. Questa non è sicuramente una leva per i piccoli imprenditori che rappresentano il 90% del tessuto produttivo in Italia.
I titolari delle piccole aziende quasi sempre si trovano a non saper affrontare il passo tecnologico e vengono messi all’angolo.
Quì intervengono Alessandro e Clara. Lui ex dipendente google, lei ex ingegnere edile.
La loro idea è nata dalla passione per i cibi tradizionali e dalla filosofia delle Transition Town (città che seguono un movimento culturale volto a riaffermare il dialogo e il rispetto tra gli uomini e la terra in cui viviamo).
Nel 2013 hanno iniziato a lavorare sul tema organizzando eventi sulla cultura enogastronomica locale e quasi contemporaneamente hanno ideato una piattaforma web che consente di comprare cibo dai piccoli produttori e dalle botteghe. L’hanno chiamata “Botteega” ed è raggiungibile all’indirizzo www.botteega.com.
L’ottica di Botteega è di mettere a disposizione un servizio comodo come un supermercato che però si rifà a tematiche di consumo locale, fornitori artigiani e valorizzazione delle produzioni del territorio.
I prodotti sul sito vengono selezionati in base alla loro unicità evitando la concorrenza tra i fornitori stessi.
La loro innovazione è fortissima, non esistono format simili sul food locale in Europa.
Gli unici possibili competitor al momento sono le botteghe che consegnano a domicilio.
Ma il valore aggiunto di Botteega è la rete che permette di comprare da venditori diversi e avere un’unica consegna, quindi si perde meno tempo si risparmia.
Alessandro e Clara, insieme ai loro collaboratori, fanno video storytelling attraverso la pagina Facebook intervistando chi aderisce alla loro iniziativa.
“La Sardegna ha voglia di innovazione”, raccontano. “Se si considerano le aziende innovative rispetto al numero degli abitanti i numeri sono entusiasmanti, il problema è convincere gli investitori. Altre zone più fertili, ad esempio la Silicon Valley, danno la possibilità di ricevere finanziamenti in soli 3 mesi. In un anno e mezzo ci si rende conto se l’idea è vincente.
“Ci piacerebbe lavorare anche con i comuni che gestiscono i mercati rionali per diffondere l’idea di e-commerce di prodotti locali. La piattaforma Botteega nasce per essere flessibile e scalabile, merita di oltrepassare i confini del mare e farsi conoscere al resto del mondo.”
Roberto Alfredo Atzori