La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Nelle tele di Silvia Argiolas debolezze e sfumature dell’esistenza

Silvia Argiolas è un’importante pittrice sarda, è nata a Cagliari nel 1977 e ha frequentato il liceo artistico Foiso Fois. Ora vive e lavora a Milano dove il suo percorso artistico si è sviluppato.

Silvia Argiolas è una delle artiste e artisti che seguo, realizza quei dipinti che ti regalano pensieri inconsci, di quelli che non riesci a scrollare via e rimangono lì, incubati nella tua mente finché in qualche modo hanno l’occasione di uscire.

Intervistare per la prima volta un’artista, peraltro che stimo, mi suscita un po’ di emozione, dopo qualche mese ho trovato il coraggio di porre qualche quesito. Queste poche domande avranno solo il compito di incuriosirvi. A me invece lasciano una domanda, riuscirò a diventare un’artista?

Sei un’artista sarda, hai qualche rapporto particolare con la tua terra che ha influenzato la tua esperienza di vita o che si lega a delle tue opere?

È inevitabile, la mia terra mi ha creato, però ho sempre cercato di guardare al di là dei confini geografici, forse per capire delle volte bisogna andare via.

Ci vuoi raccontare il tuo rapporto con l’arte: come è iniziato e si è sviluppato? Non aver frequentato l’Accademia ti ha penalizzata?

Non mi ha penalizzata, anzi forse è stata una spinta per non fermarmi, il liceo artistico è stato importante, poi il resto è venuto da sé.

Nelle tue opere le prime cose che mi vengono in mente sono sesso e\o dolore. Cosa racconteresti a parole?

Anche l’empatia ha il suo spazio, mi piace osservare i comportamenti umani, le debolezze e le sfumature dell’esistenza.

Le prime 10 parole che ti vengono in testa?

Silenzio, solitudine, amicizia, morte, viaggio, piacere, sudore, disordine, odore, amore.

Un non-consiglio ai futuri artisti?

Non mischiare amicizia e lavoro.

Silvia Atzeni

(L’opera riportata è “Stanza 1,  2016, tecnica mista su tavola (collezione privata)