La Sardegna di oggi per la Memoria di domani

Tra loro c’è chi ha rinunciato al posto fisso in uno studio di architettura della ricca provincia milanese o a uno stipendio di 5000 euro al mese come biologo marino sul Mar Rosso. Scelte di vita coraggiose, ma non azzardate. A ricostruirne le storie, si scopre che il mercato alla fine ha premiato quei giovani laureati che, attraverso percorsi diversi, hanno avviato aziende agricole improntate al biologico, hanno cominciato a produrre grani antichi, o verdure e frutta di stagione, o hanno riportato a nuova vita prodotti dimenticati. L’azienda agricola Sa Laurera, per esempio, ha recuperato la semente e il metodo di coltivazione della varietà diffusa in Marmilla della cicerchia, una leguminosa presente soprattutto in Asia e in Africa orientale, e per questo ha ottenuto il prestigioso riconoscimento della Save Foundation, uno tra i più autorevoli paladini internazionali della biodiversità. Dietro l’apertura di queste aziende ci sono rigorosi business plan elaborati a partire dall’idea di coniugare la piena valorizzazione dei percorsi di studio con una migliore qualità della vita. Ci sono poi motivazioni ideali quali la difesa del paesaggio e il desiderio di preservare le zone interne dallo spopolamento. I “ritorni alla terra”, spesso sono anche ritorni nei paesi dei padri e dei nonni.

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