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Il sindacalista del jazz

Sul palcoscenico improvvisare è il suo mestiere. Ma, nella vita quotidiana, Paolo Fresu lascia poco spazio alla sperimentazione. La sua nota migliore, e per certi versi unica, è una capacità di concentrazione che, fondendosi con la creatività, scandisce la colonna sonora delle sue giornate di musicista jazz e manager culturale. Due ruoli che hanno segnato fin dal principio una carriera straordinaria e che quest’anno hanno trovato sintesi in un riconoscimento importante: la presidenza della neonata Federazione nazionale Il Jazz italiano, tenuta a battesimo lo scorso febbraio dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. «Si tratta – spiega Fresu – di una vera e propria rivoluzione copernicana nella storia della musica. Non era mai accaduto che musicisti e operatori si riunissero costituendo un ampio fronte comune: se fino a ieri il nostro jazz si presentava al mondo con artisti bravissimi ma divisi, ora siamo finalmente in grado di fare squadra, unire capacità e forze per dialogare col mondo delle istituzioni».

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foto di Roberto Cifarelli