La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Stefano Siglienti banchiere sardista

Per oltre un quarto di secolo, dal 1944 al 1971, Stefano Siglienti fu uno dei più autorevoli e potenti banchieri italiani. Tanto da essere ricordato, con Donato Menichella e Raffaele Mattioli, in quella triade di influenti personaggi del mondo finanziario del Paese, a cui spettò il merito di aver ridato, in quel drammatico dopoguerra, coraggio, risorse e futuro alla disastrata e sofferente economia nazionale.
Qui in Sardegna, purtroppo, sono oggi assai pochi a conservarne il ricordo, per via di quella cronica smemoratezza che affligge l’Isola, soprattutto per quanto riguarda la sua economia.
Siglienti, figlio di una famiglia della media borghesia, nacque a Sassari il 17 gennaio del 1898, dove fece i suoi studi, laureandosi, magna cum laude, in giurisprudenza nel 1921. Fante della “Brigata Sassari”, decorato al valore nella battaglia del Montello, dopo la fine della Grande Guerra fu conquistato dalle rivendicazioni autonomistiche del Partito Sardo d’Azione. Quando nel 1924 si sposò con Ines Berlinguer, sorella di Mario (padre di Enrico), Emilio Lussu gli fece da testimone.

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