La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Abbracciare le isole dalla finestra

Ci sono isole e isole. Isole malinconiche che guardi trasognato scomparire dalla prua di una nave, e isole che sfuggono, mentre le sorvoli indefinite ad alta quota. E poi ci sono isole che ti abbracciano, allegre e festose nei loro cieli mattutini, che incontri nella luce dell’alba, da una stanza immersa nella Gallura in fiore. È un piccolo arcipelago di isole -talmente vicino che ti sembra sfiorare con la mano- quello che si può godere con gli occhi ancora stropicciati, dalle suite a cinque stelle dell’Hotel Valle Dell’Erica.

Spargi, Caprera, Budelli, Cavallo, Lavezzi e Razzoli: isole piccole e ventose, talune disabitate, come appoggiate tra le onde e ricamate sugli orditi del maestrale; lembi di conchiglie e sabbia sul confine immaginario tra Corsica e Sardegna, a proteggere i naviganti dalle tempeste mentre il vento spira impetuoso tra le macchie eroiche di cisti ed elicriso. Un luogo d’incanto, anche sul finir dell’estate, quando il sole si fa meno accecante, e la bianca terrazza che accoglie gli ospiti, si fa prora d’Europa protesa sul Mediterraneo, tra le bianche falesie corse a sinistra, e le lunghe spiagge di sfrontata bellezza a dritta.

È grazie a questo inalterato Eden multisensorale, mosaico di sentieri, baie e fondali, ambiente naturale poco antropizzato dove ancora oggi i cuccioli di cinghiali giocano nella macchia e le farfalle si posano sulla pelle, che negli anni ‘60 Anton Paolo Vicentelli realizzò il primo villaggio turistico della Sardegna. Un luogo prezioso dove trascorrere morbidi giorni d’estate cullati dal silenzio di querce e ulivi centenari. Sono passati più di cinquanta anni, e il fascino non è cambiato. Anzi, forse addirittura migliorato, grazie alla cura e all’attenzione dei dettagli che si scorge in ogno angolo di questo resort super premiato. L’anno scorso Trivago lo ha definito il miglior albergo sul mare della Sardegna: del resto, bastano davvero pochi passi per sciogliersi nell’abbraccio azzurro del Mediterraneo.

Donatella Percivale