La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Marianne Sin-Pfältzer / La Sardegna, una famiglia

È un mondo sorprendente la Sardegna che accoglie la giovane Marianne Sin-Pfältzer nei primi anni del dopoguerra. Una società dove riti antichi e usanze arcaiche si mescolano con un desiderio di modernità ancora confuso e contraddittorio. Lei intuisce subito che quel viaggio cambierà la sua vita. Conserverà sempre, gelosamente, il biglietto di quella prima traversata.
Marianne Sin-Pfältzer nasce nel 1926 a Hanau, vicino a Francoforte, da una famiglia colta e agiata. Il padre è un medico affermato che si schiera senza esitazioni con gli oppositori al nazismo: continuerà a curare i suoi pazienti ebrei guadagnandosi le continue attenzioni della Gestapo. Poi la guerra, la casa distrutta dai bombardamenti e la tragica morte del genitore irrompono nel futuro di Marianne Sin-Pfältzer rendendolo incerto. Nel 1950 una lettera del fratello Wolfgang, all’epoca studente a Roma, le segnala che una famiglia residente in Sardegna, nell’isola de La Maddalena, cerca un’educatrice di lingua tedesca per i suoi bambini. Senza pensarci due volte accetta l’offerta e si mette in viaggio. Alla Maddalena trascorre sei mesi. Conosce Clelia Garibaldi a cui scatta diverse fotografie con la piccola fotocamera regalatale dalla madre. Sono proprio quei primi scatti a suggerirle l’idea di fare della fotografia la sua professione. Concluso il lavoro presso la famiglia sarda si trasferisce in Francia, a Parigi, dove frequenta gli atelier di alcuni tra i più noti professionisti dell’epoca. Perfeziona la tecnica del ritratto fotografico. I suoi soggetti sono personaggi famosi ma anche artisti di strada, clochard, ambulanti.

L’articolo completo di Enrico Pinna nel numero in edicola 

 

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