La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

L’umorismo, un mistero sardo

Ogni tanto faccio dei seminari di letteratura, e do ai partecipanti dei compiti, e il primo compito che do, prima ancora di incontrarli, è sempre lo stesso: «Descrivetevi in cinque righe». Recentemente è cominciato uno di questi seminari dedicato, questo, ai bambini: consiste nel riscrivere, ambientandolo a Casalecchio di Reno, che è il paese vicino a Bologna dove abito, il GGG di Roald Dahl, che alla fine del seminario rappresenteremo al teatro di Casalecchio.

Ai venti bambini che partecipano a questo seminario ho chiesto, anche a loro, di descriversi in cinque righe, e una bambina di otto anni, che si chiama Agata il compito l’ha risolto così: «Io sono: schizzinosa, perfetta, strana, stravagante, solare, un po’ paurosa, soffro il solletico, mi piace cucinare, mi piacciono gli animali, credo nella magia, detesto sudare, per ora non voglio essere famosa».

Io ho trovato che sia una soluzione bellissima, quella di Agata, e mi sono chiesto come avrei risposto io, quarantacinque anni fa, quando avevo otto anni, se qualcuno mi avesse chiesto di descrivermi in cinque righe, e ho concluso che non lo sapevo ma che sicuramente non avrei messo una cosa che adesso, invece, non potrei fare a meno di mettere, il fatto che sono emiliano, che è una cosa che io ho scoperto con l’andare del tempo.

Un seminario di scrittura che ho fatto e che ha a che fare con questa rubrica e con questa rivista, è stato il seminario che ha portato alla pubblicazione di un libro di Marcos y Marcos che ho curato io, che si intitola Repertorio dei matti della città di Cagliari e che è stato scritto da tredici scrittori cagliaritani alcuni dei quali sono anche dei collaboratori di Sardinia Post Magazine. Una scelta, quasi casuale, dei matti di Cagliari: «Uno era il marito della figlia della sorella della moglie del cugino di Virgilio Savona, quello del quartetto Cetra. Lo diceva a tutti»; «Uno era il presidente della Regione. Appena eletto, parlando delle quattro province della Sardegna, aveva detto ‘Le nostre undici amministrazioni provinciali’. Aveva copiato così com’era il discorso di insediamento del Presidente della Regione Lombardia»; «Uno era quello che pisciava nella lettiera del gatto per dimostrargli che era lui il capobranco»; «Una entrava in un negozio e chiedeva alla commessa: “Ma tu, in che negozio lavori?”»; «Uno se ne andava in giro per Gonnosfanadiga vestito da Batman. Fermava le persone e chiedeva “Avete bisogno di aiuto?”»; «Uno che abitava in un paese della provincia di Cagliari, disse a un compaesano che scendeva in città di fargli la cortesia di scattargli delle fototessere perché doveva rinnovare la carta d’identità».

Uno dei primi a leggere il Repertorio, quando è uscito, è stato un mio amico di Cagliari che ci ha trovato dentro il tipico umorismo cagliaritano, e io, quando sono andato a Cagliari a presentare il libro, a settembre, ho detto che questa osservazione mi era molto piaciuta perché io non conosco il tipico umorismo cagliaritano, non lo saprei distinguere dall’umorismo sassarese o oristanese, per dire.

I redattori del Repertorio dei matti della città di Cagliari che erano lì a Cagliari a presentare il Repertorio con me mi hanno detto di non preoccuparmi, è normale che non conosca l’umorismo oristanese perché a Oristano non ce l’hanno, il senso dell’umorismo, non è colpa mia, e io ho pensato che è come Piacenza, che secondo me, a Piacenza, anche loro non ce l’han mica tanto, il senso dell’umorismo, hanno solo un gran pessimismo che a me, devo dire, però piace, l’atteggiamento dei piacentini che son sempre pronti a qualsiasi catastrofe e un’altra cosa che mi piace è il fatto che la Sardegna, che vista da fuori sembra così compatta, così diversa, dal nostro continente, se la conosci appena ti accorgi che in quella compattezza lì ci sono tante di quelle varietà che sembra quasi l’Emilia, a guardarla bene.

Paolo Nori

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