La Sardegna di oggi per la Memoria di domani
 

Palcoscenici sotto le stelle

C’è voluto del tempo per capire quanto la Sardegna facesse parte di me. Quando la vita mi ha chiuso dentro, in una stanza troppo piccola per contenermi, allora ho iniziato a volare. Forse è staccando l’ombra da terra che ho incontrato l’azzurro profondo dell’Isola». Ezio Bosso, il pianista, il compositore, il direttore d’orchestra, l’artista che dal palcoscenico di Sanremo in soli quindici minuti di note potenti ha emozionato l’Italia intera con un’esibizione toccante di Following a bird, ritorna questa estate in Sardegna.

Sono bastate le sue prime dichiarazioni dall’Ariston per conquistare il pubblico: «La musica come la vita, si può fare solo in un modo: insieme». Dopo due concerti andati sold out a Cagliari nella primavera scorsa, Bosso che nel 2011 è stato colpito da una grave patologia autodegenerativa – ma che continua ad esibirsi nei teatri di tutto il mondo – il 17 luglio approda all’anfiteatro di Tharros a Cabras, un palcoscenico talmente intimo da ricordare la navata di una chiesa. È emozionato all’idea di suonare in un luogo così prezioso, in quella Sardegna per lui così speciale. «Chi mi conosce bene potrebbe dire che in altre vite sicuramente sono stato un sardo. Perché ogni volta che torno sull’Isola, che la penso, sento di farne parte. Ogni viaggio che ho fatto, ogni concerto che ho tenuto, mi hanno riempito gli occhi, nutrito la fantasia. La zona archeologica di Tharros, col suo teatro sospeso affacciato sul mare, è diventato il simbolo che unisce le passioni della mia vita, la cosa più prossima a quel luogo ideale dei sensi da cui mi faccio attraversare. Un’utopia, anzi: una cura».