La Sardegna di oggi per la Memoria di domani

Uno dei più importanti e assieme meno conosciuti innamorati della Sardegna, Enrico Serpieri, vi giunse a metà del 1800 da esule. Aveva preso parte alla Repubblica romana e, dopo la sconfitta, per evitare la prigione non gli era rimasto che fuggire in quell’isola lontana e povera. Aprì una moderna fonderia industriale, divenne presidente della Camera di commercio di Cagliari e, in definitiva, in Sardegna trovò l’America. Poco più di un secolo dopo, nel 1978, il giornalista francese Christophe Thibaudeau comì lo stesso viaggio. non fuggiva dalle guardie papaline, ma dal caos di Parigi. E anche da una brutta forma asmatica contratta da ragazzino che gli imponeva di respirare aria pulita. Anche lui decise di non tornare più indietro. In sardegna non aveva trovato l’America, ma la Cina. “Sì, proprio la Cina – conferma Gristolu, come tutti lo conoscono in Barbagia, e come si legge sul campanello della sua casa e anche sul biglietto da visita – il mio progetto era di andare nel luogo più lontano e più diverso possibile da Parigi. Avevo scelto la Cina e probabilmente sarei andato lì se non avessi incontrato enormi difficoltà per il visto. Ma, in modo del tutto casuale, incontrai la Sardegna e trovai quello che stavo cercando. Volevo ripartire da zero, in un certo senso rinascere nel Mediteraneo”.

Al giornalista Christophe Thibaudeau, divert l’idea di raccontare la Sardegna attraverso cinque storie d’amore. Le storie di altrettante personalità – da Serpieri a Gigi Riva, dalla fotografa Marianne Sin-Pfältzer a Fabrizio De André, al naturalista Helmar Schenk – che, come lui, se ne sono innamorate.

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