La Sardegna di oggi per la Memoria di domani

Si parla sempre di più di stereotipi e di pregiudizi. Una questione eterna che la crescita del numero degli immigrati – e delle occasioni di incontro con “altri da noi” – ha riportato al centro della vita sociale e del dibattito pubblico. Abbiamo tutti qualche idea su chi appartiene a comunità diverse della nostra. E queste idee, in qualche misura, ci condizionano nell’approccio. A volte negativamente, ma anche positivamente. E non ha importanza che questi pregiudizi, se li analizziamo con attenzione, si dimostrino privi di basi scientifiche e razionali. Tutti ne facciamo uso. Se l’orologiaio è svizzero, siamo portati a pensare che tratterà con una cura particolare il nostro orologio. Se il pizzaiolo è napoletano, ci sentiamo rassicurati sulla qualità del prodotto. E se un “continentale” si accinge a fare una trattativa con un sardo, è portato a pensare che l’impresa sarà lunga e faticosa. I sardi, infatti, hanno la fama di essere testardi.
La scoperta che abbiamo fatto – assieme alla società di ricerca Ergo Research – attraverso il sondaggio che vi illustriamo in questo numero, è che i sardi, ma anche gli abitanti delle altre regioni, sostanzialmente condividono i pregiudizi e luoghi comuni che li riguardano. Con qualche piccola differenza determinata dal fatto che aderiscono ai luoghi comuni più positivi. I sardi sono convinti, per esempio, di essere prima di tutto ospitali, e poi testardi (i “continentali”, invece, li ritengono soprattutto testardi ma anche molto ospitali). E si considerano – come da consolidato cliché – anche orgogliosi.

Illustrazione di Carol Rollo.

L’articolo completo sul numero in edicola con interviste all’antropologo Pietro Clemente e alla scrittrice Maria Giacobbe.